Sì, ma non è sempre così semplice come sembra.
In molti settori – sanità, ospitalità, eventi o persino vendita al dettaglio – i contratti a tempo determinato (FTC ) sono uno strumento di gestione comune per soddisfare esigenze occasionali. Ma cosa succede quando un dipendente ha più contratti a tempo determinato consecutivi all’interno della stessa azienda? È legale? È regolamentato? E quando diventa problematico?
Una pratica legale ma regolamentata
La risposta breve: sì, è possibile avere più contratti a tempo determinato all’interno della stessa azienda, ma solo a determinate condizioni rigorose stabilite dal Codice del lavoro.
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Ogni contratto deve corrispondere a una situazione precisa e giustificata: sostituzione di un dipendente assente, aumento temporaneo dell’attività, incarico stagionale, ecc. I datori di lavoro non possono assumere persone con contratti a tempo determinato “per il gusto di farlo” o per evitare un contratto a tempo indeterminato. È chiaro che non si possono ripetere contratti a tempo determinato per un posto di lavoro a tempo indeterminato.
Limiti da non superare
È possibile per un dipendente avere più contratti a tempo determinato successivi nella stessa azienda, a condizione che non siano per la stessa posizione, a meno che non ci sia un periodo di attesa tra due contratti.
Questo periodo varia in base alla durata del precedente contratto a tempo determinato. Ad esempio:
- Per un contratto a tempo determinato di 1 mese, il periodo di attesa è di 10 giorni.
- Per un contratto a tempo determinato di 6 mesi, il periodo di attesa è di 1 mese.
Ma ci sono delle eccezioni: non c’è periodo di attesa se il nuovo contratto a tempo determinato è per un’altra posizione, una sostituzione o un incarico stagionale.
Quando il ricorso diventa abusivo
Esiste un limite al numero di contratti a tempo determinato che si possono avere. Se un datore di lavoro abusa di questa pratica, ad esempio rinnovando il contratto di un dipendente per lo stesso posto con contratti a tempo determinato successivi, può essere illegale. Il dipendente può quindi rivolgersi al tribunale del lavoro e chiedere che il contratto venga riclassificato come contratto a tempo indeterminato.
È anche una questione di intenzioni: se l’azienda sta chiaramente cercando di evitare di assumere personale a tempo indeterminato rinnovando continuamente contratti brevi, sta correndo un rischio legale.